LA LUNA PRIMA DEL TELESCOPIO seconda parte.

giovanni Schiaparelli fece notare che questa scoperta è improbabile: sarebbe bastato perdere qualche eclisse a causa del maltempo per lasciarsi sfuggire il ciclo. In ogni caso l’ approssimativa periodicità delle eclissi di sole in qualche maniera fu notata già in tempi antichi , se è vero, come tramanda Erodoto, che Talete fu capace di predire l’ eclisse di sole del 585 a.c. le idee cosmologiche di Talete non erano certo tali da permettere un’ impresa del genere: evidentemente qualche notizia del SAROS doveva essergli giunta dalla Mesopotamia o dall’ Egitto. Il fatto che i filosofi greci sembrano essere dediti all’ osservazione diretta del cielo molto meno dei sacerdoti egizi e del vicino oriente . Sono dei teorici , non degli sperimentali. Per esempio, Anassimandro, il più celebre rappresentante della scuola ionica, di poco posteriore a Talete ( circa 611-545 a.c.), nella sua cosmologia colloca in ordine di distanza le stelle, la luna e il sole: evidentemente non aveva mai osservato neppure l’ occultazione di una stella brillante da parte della luna, fenomeno che avrebbe stabilito subito la giusta prospettiva. Singolari anche le idee sulla natura del satellite, ritenuto luminoso per luce propria e collocato in un orbita diciannove volte più grande della terra: movimenti non ben chiariti avrebbero spiegato le fasi lunari e le eclissi. Farà meglio il pitagorico FILOLAO, nato a Taranto ed emigrato, intorno al 450 a.c., a tebe in beozia: per lui le stelle sono gli oggetti più lontani, poi vengono i pianeti, seguiti dal sole, dalla luna , dalla terra e, infine, vicina al fuoco centrale, l’ antiterra, ipotetico astro sempre invisibile, postulato sia per giungere al numero perfetto dei pitagorici, il dieci, sia per spiegare le eclissi. Anassimene di Mileto, ancora della scuola ionica , come il capostipite Talete e come Anassimandro , immagina che i corpi celesti siano sostenuti dall’ aria, la quale è secondo il principio di ogni cosa. A parte questa e altre idee discutibili, pare che anassimene correttamente ritenesse la luna illuminata dal sole e conoscesse la causa delle eclissi lunari. anche nella scuola eleatica, fondata da Parmenide, era noto che la luna brilla di luce riflessa in base all’ osservazione che ” essa guarda sempre verso i raggi risplendenti del sole”, rivolge cioè sempre al sole la sua parte illuminata. Agli eleatici, teorici dell’ essere immobile e immutabile, si contrappone Eraclito di efeso ( circa 500 a.c.), teorico del divenire : per lui il sole si rinnova continuamente ed è molto luminoso perché si muove in aria pura, mentre la luna, che pure è piena di fuoco, risplende più pallidamente perché si muove in aria più densa.

in questa immagine vediamo Artemide – diana la dea luna dei greci e dei romani, tratto dal libro: la luna di Piero bianucci, tradizioni, scienza, futuro.

Lascia un commento