ARREST heinrich Ludwig ( 1822-75) astronomo tedesco.

nato a Berlino , lavorò negli osservatori di Berlino, Lipsia e copenaghen.da Berlino, nel settembre 1846, identificò per la prima volta, insieme a Johann Gottfried galle , il pianeta nettuno, sulla base dei calcoli forniti da Urban le verrier. Grande specialista dell’ astronomia di posizione, scopri il pianetino freis e calcolò le orbite di molte comete. Tratto dal libro: astronomia e cosmologia di John gribbin. Foto: Wikipedia.

A CHE SERVE UN TELESCOPIO?

prima che esploda il coro per dire: ” a ingrandire”, oppure ” ad avvicinare”, vi tappo la bocca perché fareste una pessima figura. E vi comunico, nello stesso tempo, che il telescopio , per quanto riguarda le stelle, non ingrandisce e non avvicina. Spiacente di procurarvi questa delusione e questa amarezza, vi ricorderò che le stelle sono estremamente lontane e che anche ammettendo che un telescopio abbia un ” ingrandimento” di 500, 1000 volte non cambia nulla. una stella è puntiforme e rimane un punto nel campo del telescopio . E allora perché si adoperano i telescopi nelle osservazioni stellari? Dovete pensare un momento a come funziona l’ occhio . aiutandovi a guardare la figura qui sotto, la stella S irradia energia in tutto lo spazio. Non c’è motivo di credere , almeno quando si affronti il problema in termini generali , che l’ irraggiamento abbia direzioni differenziali.di questa energia una parte entra nell’ occhio . È quella che sta nel cono avente per base la pupilla e per altezza la distanza che separa l’ occhio dalla stella. Si tratta di un cono ben stretto .ora, l’ organo della vista , occhio – nervi- parte del cervello, funziona ( e noi vediamo) solo sé l’ energia entrata nell’ occhio supera un volume minimo ( o valore di soglia , diverso da individuo a individuo) .se è inferiore , non c’è nulla da fare . Ci si può sforzare in tutti i modi , o fissare per lungo tempo il punto nel quale si suppone che esista una sorgente di luce , non si vede niente. buio. Ma l’energia che arriva al telescopio è più grande di quella che arriva alla pupilla di quanto l’ area dell’ obbiettivo è più grande dell’ area della pupilla. poiche questa è, più o meno , al buio , di 20 mm quadrati, si può calcolare subito che un telescopio di 30 cm di diametro ( è un telescopio questo che può trovarsi con una certa frequenza negli osservatori degli astrofili) riceve circa 3500 volte più energia di quanta ne riceva l’ occhio , nelle stesse condizioni , dalla stessa stella .un telescopio da 100 cm di diametro ( è un telescopio medio) ne riceve invece 40000 volte di più .ora ,se si tiene conto che il telescopio è fatto in modo da convogliare tutto quello che riceve dalla stella dentro l’ occhio , appare chiaramente che guardare con un telescopio è come guardare con un occhio avente una pupilla grande quanto l’ obbiettivo .nei casi detti si riceverà , quindi , 3500 e, rispettivamente , 40000 volte più radiazione. E poiché , come è stato detto e come vedremo subito , un fattore 100 equivale a 5 classi di magnitudine, col primo telescopio si potranno vedere stelle fino alla 15 esima magnitudine ( se a occhio nudo si vedono stelle della sesta magnitudine) e col secondo fino alla diciassettesima e mezza. In realtà le cose non vanno così bene; ci sono perdite ed effetti vari che abbassano il limite della visibilità di una , due magnitudini, ma non v’è alcun dubbio che stelle prima visibili , se Ve ne sono , diventano visibili .e Ve ne sono, e sono una miriade. a puntare il telescopio verso zone della via lattea c’è veramente da restare inpressionati. Allora è chiaro ; il telescopio non ingrandisce e non avvicina le stelle ma permette di vedere cose , stelle ed altri oggetti di cui si sarebbe giurato che non c’ era nulla.

effetto dell’ utilizzazione del telescopio nelle osservazioni stellari. l’ energia stellare raccolta dall’ occhio è quella contenuta nel cono avente per vertice la stella e per base la pupilla dell’ occhio , cioè quella contenuta nell’ angolo solido w. L’ energia raccolta dal telescopio è inviata alla pupilla dell’ occhio è invece quella contenuta nell’ angolo solido w.’ data l’ enorme distanza della stella , l’ obbiettivo del telescopio e la pupilla dell’ occhio sono alla stessa distanza dalla stella. Tratto dal libro: cento miliardi di stelle, il mestiere dell’ astronomo. Di Mario rigutti.

PIANETI ESTERNI , seconda parte.

Nettuno pur essendo più lontano dal sole di urano , ha la stessa temperatura superficiale al livello superiore delle nubi; cioè 216 gradi centigradi sotto zero . Dal sole giunge una quantità di radiazione che decresce con il crescere del quadrato della distanza da esso: tale radiazione viene in parte diffusa dall’ atmosfera che la rinvia nello spazio interplanetario e in parte viene assorbita dagli strati più profondi dell’ atmosfera stessa che si riscalda e la rimette sotto forma di radiazione infrarossa .ciò che viene misurato è la somma del calore proprio del pianeta e della radiazione solare assorbita e riemessa. Quindi, per giove , Saturno e Nettuno il bilancio è positivo, mentre per urano si ha un bilancio in pareggio. A differenza dei pianeti terrestri in cui la maggior parte o tutta la massa del pianeta è allo stato solido , i pianeti giganti sono in gran parte formati da materia allo stato liquido . Inoltre mentre gli elementi più leggeri e più abbondanti nell’ universo, vale a dire idrogeno ed Elio , sono quasi del tutto sfuggiti all’ attrazione gravitazionale dei pianeti terrestri, essi rappresentano i maggiori costituenti dei pianeti giganti, come rivela anche la bassa densità media di questi ultimi: circa 1,25 grammi per centimetro cubo per giove e urano, 0,69 grammi per centimetro cubo per Saturno , cioè meno dell’ acqua , per cui in un oceano capace di contenerlo, Saturno galleggerebbe; infine , 1,64 grammi per centimetro cubo per nettuno. Le atmosfere dei quattro pianeti giganti sono assai estese , elevandosi fino a una distanza pari al 20-30 % del raggio del pianeta e sono prevalentemente composte , come già accennato, di idrogeno ed Elio , in percentuali abbastanza simili a quelle solari, oltre che di notevoli quantità di metano e ammoniaca. Tutti, in maggiore o minor misura, mostrano evidenza di nubi e di vortici ,cioe di condizioni meteorologiche variabili e anche , come nel caso della famosa “macchia rossa” di giove, formazioni cicloniche di durata multisecolare. In questa immagine vediamo che l’ idrogeno liquido si forma sotto l’ enorme pressione dell’ interno di giove. Gli elettroni sono strappati al nucleo e si muovono liberamente come avviene nei metalli : per tale motivo si parla di idrogeno liquido metallico. Tratto dal libro : alla scoperta del sistema solare di: Alessandro braccesi, Giovanni caprarica, margherita hack.

LA GALASSIA M33

subito dopo la via lattea e la galassia di Andromeda , la galassia m33 è la terza più grande del gruppo locale , con una massa di circa 50 miliardi di masse solari distribuite su 60.000 anni luce di diametro . Questa splendida galassia a spirale dista 2,7 milioni di anni luce da noi ed è al limite della visibilità a occhio nudo , ma a differenza di Andromeda ha una bassa luminosità superficiale e per scorgerla occorrono cieli molto bui . La sua struttura è formata da pochi bracci molto larghi , che la collocano nella classe delle spirale SA, ed è possibile evidenziarne molto chiaramente le stelle di popolazione 1 e 2. Oltre alle regioni dell’ idrogeno ionizzanto. Tratto dal libro: alle frontiere del cosmo, a cura di Gianluca ranzini. Foto Wikipedia.

L’ UNICORNO O MONOCEROS ( MON)

Benché la via lattea si estenda sopra la costellazione , questa è una zona del firmamento piuttosto povera per l’ osservatore ad occhio nudo . Tuttavia , è una regione ricca di oggetti adatti per l’ osservazione telescopica ; alcuni di questi oggetti sono visibili con piccoli strumenti . STELLE PRINCIPALI: la stella alfa ha una magnitudine di 4,1 , colore giallo arancio. La stella beta ha una magnitudine di 3,9 , blu -bianca ; è anche un sistema triplo , magnifico oggetto per telescopi di 5 cm di diametro. La stella gamma ha una magnitudine di 4,1 colore giallo arancio. La stella delta ha una magnitudine di 4,1 bianca. La stella zeta ha una magnitudine di 4,4 gialla. Questa costellazione offre diversi oggetti astronomici , come ad esempio: M50 ammasso stellare aperto ; magnitudine di 6,9, diametro 16 secondi d’ arco. Può essere vista come una stella nebbiosa con binocoli da teatro ; con i binocoli prismatici diventa visibile una brillante schiera di stelle , compresa una di colore rosso- arancio circa 7 minuti d’ arco a sud del centro . NCG 2353 , questo è un ammasso stellare aperto; mag.5,3 diametro 20 minuti d’ arco ( ricordiamo che le dimensioni apparenti della luna e del sole – tanto per avere un idea – sono di circa 30 minuti d’ arco, vale a dire circa mezzo grado dei 360 gradi che compongono un cerchio), contenente circa 20 stelle . Visibile con gli strumenti più modesto . NGC2244 , ammasso stellare aperto ; Mag 6 ,2 diametro 40 minuti d’ arco . L’ ammasso è dentro un involucro di nubi gassose in parte oscure e in parte luminose ; l’ intero oggetto si osserva ottimamente con piccoli strumenti grandangolari . NGC 2301 ammasso stellare aperto; Mag. 5,8 diametro 15 minuti d’ arco . Un ammasso poco ordinato di circa 60 stelle, ma ben visibile con piccoli strumenti e con basse potenze. Tratto dal libro: il libro delle stelle di Peter Lancaster Brown.

LA LUNA PRIMA DEL TELESCOPIO ,quarta parte

i pitagorici si distinguono per aver posto a perno dell’ universo non la terra ma un fuoco 🔥 centrale e per aver fatto muovere la terra lungo un cerchio in 24 ore.non pensarono però alla rotazione della terra sul proprio asse, confortati in questo dall’ osservazione che anche la luna appare immobile, mostrando sempre la stessa faccia . All’ antiterra , il pianeta sempre invisibile a causa delle eclissi, abbiamo già accennato . secondo i pitagorici il sole trae la sua luce , almeno in parte , dal fuoco centrale , e con essa illumina la luna. questa veniva immaginata come un corpo simile alla terra, con piante e animali.gli animali lunari sarebbero stati 15 volte più grandi dei nostri e con un tipo di digestione diverso , in quanto sulla luna il giorno dura 15 volte 24 ore. Singolare l’ interpretazione delle macchie lunari come un riflesso dei mari terrestri. PLATONE (427-347a.c.) non dà all’ astronomia un contributo proporzionale all’ importanza del suo poderoso lavoro filosofico.si deve però a lui una sistemazione organica dei moti celesti con una teoria delle sfere che passerà poi, con alcune varianti , in eudosso , Aristotele e Tolomeo , giungendo fino alle soglie dell’ astronomia moderna . Il complicato meccanismo delle sfere celesti è esposto nel decimo libro della ” Repubblica” .in questo sistema , partendo dal primo cerchio, quello delle stelle fisse, il sole sta nel settimo cerchio e illumina la luna nell’ ottavo , il più veloce di tutti . Fine quarta parte, tratto dal libro: la luna : tradizioni, scienza, futuro di Piero bianucci.

LINX , LA LINCE – O LA TIGRE

la mitologia di questa costellazione , ci dice , che fu introdotta da HEVELIUS per ” organizzare” le stelle di una zona del cielo lasciata dagli antichi priva di qualsiasi composizione . Così ARATO: ” una dopo l’ altra, disperse , senza nome ruotano ” . Ma per quale ragione HEVELIUS avesse scelto la lince per rappresentare questa insignificante parte del cielo , non si sa con certezza, e la sua ultima spiegazione che uno dovrebbe avere gli occhi di una lince per vederla , deve essere stato un ripensamento di ripiego. Tuttavia si trova già un riferimento su di essa, fatto da BARTSCHIUS, il genero di klepero, nel 1624 , che cita la regione come le ” macchie sulla tigre”. Tratto dal libro: il libro delle stelle di Peter Lancaster Brown.l

ARISTOTELE (384-322 A.C.)

filosofo e scienziato greco.

fondatore del liceo , si interessò anche di cosmologia. A partire dalle idee dei suoi predecessori, sviluppo’ il modello dell’ universo nella forma di una serie di sfere omocentriche ruotanti intorno alla terra. La sfera più esterna era quella delle stelle fisse, mentre le successive , procedendo verso l’ interno , trasportavano i pianeti Saturno, giove e marte , seguiti dalla sfera del sole, e poi dalle sfere di venere, di mercurio e della luna, la più vicina alla terra . La sua autorità fu talmente grande che il modello ” geocentrico” non poté essere insidiato dalle idee di aristarco e, integrato da Tolomeo, dominò fino al tempo di Copernico e oltre. Aristotele dimostrò la sfericità della terra osservando che l’ ombra che essa proietta sulla luna nelle eclissi lunari è circolare e che, procedendo in direzione nord – sud , le singole stelle si alzano o abbassano sull’ orizzonte. Continuando a viaggiare verso sud, inoltre , si vedevano stelle in precedenza invisibili. Tratto dal libro: astronomia e cosmologia di John gribbin. Foto Wikipedia.

PIANETI ESTERNI ( prima parte).

secondo una legge empirica detta di titus- bode, dai nomi dei suoi enunciatori , si dovrebbe trovare un altro pianeta situato fra marte e giove . invece si incontra la fascia degli asteroidi ( o pianetini) posta quasi a dividere la zona dei pianeti terrestri da quella dei pianeti giganti : giove, Saturno,urano e Nettuno . Grazie alle esplorazioni delle sonde Pioneer prima e delle sonde Voyager poi ,sono state raccolte molte informazioni sui quattro pianeti giganti e sul loro sistema di satelliti e anelli : in particolare si è scoperto che giove , Saturno e Nettuno emettono una quantità di radiazione doppia di quella che ricevano dal sole.urano , invece malgrado la generale somiglianza di struttura con i primi tre pianeti , emette la stessa quantità di radiazione ricevuta dal sole .ciò significa che giove , Saturno e Nettuno hanno al loro interno fonti proprie di calore, che non esisterebbero su urano . Fine prima parte.tratto dal libro: alla scoperta del sistema solare , di Alessandro braccesi, Giovanni caprarica e Margherita hack.

TUTTI ASTRONOMI CON ” GALAXY ZOO.”

grazie a strumenti sempre più potenti , è stato possibile osservare un gran numero di galassie dalle forme disparate . Per classificarle , gli astronomi hanno chiesto aiuto agli appassionati di astronomia di tutto il mondo . nell’ 2007 è nato così GALAXY ZOO, un progetto di Citizen scienze, ovvero di ” scienza dei cittadini” , a cui tutti sono chiamati a contribuire . Grazie a un apposito sito web gli appassionati possono visionare le immagini di migliaia di galassie per identificare la morfologia. Il progetto ha avuto un enorme successo , con centinaia di migliaia di volontari che hanno classificato decine di milioni di immagini.

tratto dal libro :alle frontiere del cosmo a cura di Gianluca ranzini