GALASSIE SUL DIAPASON seconda parte.

riprendendo il discorso fatto il 22 febbraio, possiamo iniziare a dire che: le galassie ellittiche sono poi suddivise in sotto famiglie in base al loro grado di schiacciamento, indicato da un numero intero che va da 0 , per le galassie di forma quasi sferica , fino a 7 , per quelle schiacciate. Questo numero è calcolato a partire da un parametro detto ” ellitticità” , che dipende dalle dimensioni apparenti degli assi principali della galassia . Come abbiamo già visto , molte galassie , fra qui quella di Andromeda , mostrano una struttura a spirale più o meno marcata . Hubble le inserì nei bracci paralleli del DIAPASON .in uno di essi trovano posto le galassie a spirale ” standard” ,suddivise in tre sottoclassi ( a,b,c) in base a quanto la spirale è avvolta su se stessa : le SA sono più “attorcigliate” e con un nucleo centrale , mentre nelle SC il nucleo è meno brillante e i bracci sono più aperti e marcati . Molte galassie ,poi, mostrano una barra : HUBBLE pose le spirali barrate in un ramo parallelo alle spirali semplici ,indicandone con la sigla SB e dividendo anch’ esse in tre sottoclassi, in modo analogo alle spirali normali. In base a questa classificazione, la via lattea apparterrebbe alla classe SBb o SBc. nel punto di congiunzione fra ellittiche e spirali troviamo poi le galassie lenticolari, indicate dalla sigla SO , che costituiscono una sorta di classe intermedia , con un nucleo molto grande e brillante , come accade per le ellittiche, e un disco simile alle spirali ma privo di bracci evidenti. Nella classificazione di Hubble esiste poi un ultima categoria di galassie che non seguono la struttura del DIAPASON e che per la loro forma furono indicate come ” irregolari”. Le ellittiche sono designate anche come galassie di “tipo primitivo” ( earliy type) , ma ciò non ha nulla a che fare con la loro evoluzione.lo stesso Hubble aveva rimarcato che il suo schema a DIAPASON era solo una classificazione empirica basata sulla morfologia.

Edwin HUBBLE al lavoro al telescopio hooker a monte Wilson.. tratto dal libro ” alle frontiere del cosmo” a cura di Gianluca ranzini.

ANTONIADI EUGENIOS (1870-1944)

astronomo francese di origine greca , lavorò dapprima all’ osservatorio flammarion a juvisy, alle porte di Parigi, e successivamente a quello di meudon, dedicandosi soprattutto all’ osservazione dei pianeti, in particolare la superficie di marte, notando una sequenza di mutamenti stagionali e contribuendo a smontare l’ idea che sul pianeta ci fosse una rete di canali. disegno’ carte di mercurio e di marte di sorprendente esattezza. Tratto dal libro: astronomia e cosmologia di John gribbin.

ERIDANUS, il fiume Eridano

una costellazione particolarmente lunga che si estendere per circa 60 Gradi il lunghezza ( circa 120 volte la grandezza apparente della luna piena), iniziando da un punto vicino all’ equatore celeste, a sud del toro, e quindi snodandosi verso sud alla declinazione -58 gradi. In realtà la maggior parte del gruppo forma una costellazione dell’ emisfero meridionale poiché dalle latitudini temperate settentrionali si può vedere soltanto una metà della sua intera lunghezza. All’ infuori della stella ” achernar”( alfa Eridani) , che può essere vista soltanto nell’ emisfero meridionale, non contiene nessuna stella più luminosa della terza magnitudine, però contiene circa 300 stelle visibili a occhio nudo. Può essere individuata con molta facilità cominciando a osservare vicino alla stella RIGEL ( stella beta orionis)e seguendo le stelle che raffigurano le sinuosità del fiume quando gira verso sud , fin dove la latitudine settentrionale dell’ osservatore gli permetterà di continuare. STELLE PRINCIPALI: la stella ” alfa” si chiama : achernar, la ” foce del fiume”; magnitudine 0,6 , stella blu- bianca , la nona stella del cielo per luminosità. Si trova soltanto a 32 gradi dal polo sud celeste e perciò non può essere vista dalle latitudini temperate settimanali. È una stella molto più grande del nostro sole ed almeno 200 volte più luminosa. La stella BETA , si chiama CURSA, la ” sedia” o il ” pacchetto della centrale” ; magnitudine 2,9 , bianca. La stella più brillante della costellazione visibile dal nord . Facilmente localizzabile perché è situata a 3 gradi a nord della stella RIGEL. La stella GAMMA, si chiama ” ZAURAC” , la ” luminosa stella della barca” ; magnitudine 3,2 colore rosso arancio . Vi è una compagna di magnitudine 10 , dista 50 secondi d’ arco . OGGETTI PRINCIPALI: ” 55 eri ” stella doppia magnitudine 6,7 e 6,8 dista 9,3 minuti d’ arco, colore giallo e bianco giallastro. Nell’ oggetto per piccoli telescopi. ” 32 eri” stella doppia magnitudine 4,9 e 6,3 dista 7,0 secondi d’ arco, colore giallo e bianco. Oggetto adatto per telascopi di 5 cm. Di diametro.

In questa immagine vediamo la costellazione di Eridano, molto vicino alla costellazione di orione ” il cacciatore” tratto dal libro: il libro delle stelle, di Peter Lancaster Brown. Immagine tratta dal libro: l’ atlante del cielo di Robin kerrod

IL CANE MINORE

le varie leggende che riguardano il cane minore sono molto differenti. I poeti greci ritennero che voleva significare uno dei cani che appartenevano alla muta di orione ma altri dicono che sia il fedele moera che apparteneva ad Icaro e dopo la morte del suo padrone , per la disperazione , si getto’ in fondo a un pozzo . Gli egizi lo riconobbero come un compagno del cane maggiore che aveva grande significato nel predire l’ inondazione del Nilo .in alcune antiche mappe arabe è rappresentato da un albero. Tratto dal libro: il libro delle stelle di Peter Lancaster Brown.

APIANO PIETRO (1495-1552)

astronomo e matematico tedesco. studio matematica e astronomia a Lipsia e a Vienna, dal 1524 insegnò matematica a Ingolstadt. e’ noto soprattutto per il suo ” astronomicum caesareum, uno dei più interessanti libri di astronomia mai pubblicati, edito a Ingolstadt nel 1540 ( con 21 dischi mobili per la previsione delle fasi lunari e delle eclissi di sole e di luna). Apiano escogitò un metodo per la determinazione della longitudine in mare fondato sull’ osservazione della luna. osservò la cometa che sarebbe stata studiata da Halley nel suo passaggio del 1531. Tratto dal libro: astronomia e cosmologia di John gribbin. Foto Wikipedia.

LA NASCITA DELLA SCIENZA MODERNA prima parte.

non è possibile dire quando per la prima volta un occhio umano abbia scrutato il cielo alla ricerca di conoscenza. Ne sarebbe possibile risalire realmente alla nascita della scenza , se anche riuscissimo a trovare una definizione comunemente accettata. Quello che però mi sento di dire – e mi scuserà chi non concorda- è che la scenza moderna è nata a Padova , in una fresca notte d’ autunno del 1609. Più precisamente, la notte in cui il fisico e astronomo pisano galileo galilei ha compiuto un gesto che oggi potrebbe apparire semplice, ma che in realtà è stato rivoluzionario : volgere il” nuovo occhiale” giunto dall’ olanda e da lui perfezionato empiricamente – il cannocchiale – verso il cielo . Fino al quel momento lo strumento era stato rivolto solo verso l’ orizzonte , con l’ intento bellico di scorgere prima navi o truppe nemiche in avvicinamento . Galileo aveva però intuito che in fondo , se c’è un luogo in cui la capacità di ridurre le distanze alla vista è fondamentale , questo si trovava sopra la sua testa . E con un rapido gesto , ha trasformato uno strumento di guerra in uno strumento di scienza. Galileo ha deciso di osservare per primo un oggetto capace fin dall’ antichità di ispirare l’ umanità e alcuni dei suoi rappresentanti più illustri, da Dante a Ludovico Ariosto : la luna . A essere onesti , non è stato il primo a farlo . All’ inizio di quella stessa estate l’ astronomo e matematico Thomas harriot aveva puntato verso lo stesso obbiettivo un rudimentale tubo ottico. I suoi disegni ,però , non erano rivoluzionari . Perché nella scenza non basta guardare : serve vedere.e-come disse il matematico , fisico e monaco benedetto castelli – l’ occhio di galileo era ” il più nobil occhio , che abbia mai fabbricato la natura” . Come riportato nel ” siderius nuncis”, quest’ occhio , in quella notte d’ autunno ,ha osservato ” cose mai finora vendute ” : il nostro satellite non presentava infatti solo le aree lucenti e le macchie scure ” grandi e antiche”, visibili a occhio nudo , ma anche altre ” minori per ampiezza ma pure così frequenti da coprire l’ intera superficie lunare , soprattutto la parte più luminosa : e queste non furono viste da altri prima di noi”. L’ occhio di galileo non era però nobile per la sua vista acuta o perché potenziato da un telescopio . Lo è per lo spirito con qui si approccia alla scenza , a dispetto delle convinzioni dominanti dell’ epoca . convinzioni che galileo è pronto a rivoluzionarie. Fine prima parte, tratto dal libro:alle frontiere del cosmo, a cura di Gianluca ranzini.

GALASSIE SUL DIAPASON.

nel 1919 venne assunto all’ osservatorio di monte Wilson Edwin Hubble , che due anni prima , dopo aver consegnato in tutta fretta il dottorato , si era arruolato nell’ esercito per dare il proprio contributo alla prima guerra mondiale Hubble si interessava alle ” nebulose a spirale” fin dal 1924 , quando aveva iniziato una serie di osservazioni dettagliate della galassia m31 , che ai tempi veniva chiamata ” nebulosa di Andromeda” . Grazie al riflettore hooker, HUBBLE riuscì a osservare in quella nebulosa un campione di stelle dette ” cefeidi” , stelle variabili che gli astronomi avevano da poco imparato a usare come candele standard per la determinazione delle distanze cosmiche. Dimostrò così che la ” nebulosa” di Andromeda distava almeno un milione di anni luce, molto oltre i confini della via lattea. Osservazioni successive mostrarono che la distanza di Andromeda è più del doppio di quanto stimato da HUBBLE , ma già nel primo risultato fu determinante per dimostrare che quelle nebulose a spirale, che noi oggi sappiamo essere galassie esterne alla nostra, assomigliavano molto agli universi isola immaginati da Kant due secoli prima. Dopo la presentazione sulla galassia di Andromeda , tenuta il 1 gennaio 1925 al congresso della società americana , Hubble continuò a osservare e fotografare galassie . Analizzandone i dettagli e la morfologia, inizio’ a chiedersi se era possibile in qualche modo classificarle in base al loro aspetto .il risultato di quel primo tentativo di suddivisione è la così detta ” “sequenza di Hubble “, anche nota come ” diagramma a DIAPASON ” per la sua forma caratteristica ( che possiamo vedere in alto in questo articolo). Nel ” manico” del DIAPASON , Hubble inserì quelle galassie che appaiano come ellissi più o meno schiacciate , che chiamò appunto galassie ellittiche, e le indicò con la lettera E. Fine prima parte. Tratto dal libro: alle frontiere del cosmo. A cura di Gianluca ranzini.

LA STELLA SIRIO.

in queste serate invernali, è possibile osservare una costellazione – verso sud – chiamata il CANE MAGGIORE, che detiene una stella molto luminosa, anzi la più luminosa del cielo, chiamata : SIRIO .questa stella detiene una compagna con alcune caratteristiche molto interessanti. Nel 1834 l’ astronomo tedesco bessel era convinto che il moto di Sirio fosse soggetto a variazioni regolari provocate da un corpo invisibile che li ruotava in torno . Dalle deviazioni alcuni astronomi avevano predetto dove avrebbe dovuto trovarsi la stella compagna , ma benché venissero fatte intense ricerche , non fu visto nessun oggetto . Tuttavia , nel 1862 fu finalmente scoperto da ALVAN CLARK, il famoso costruttore americano di telescopi, mentre era impegnato a collaudare il suo nuovo obbiettivo da 18,2 pollici per controllarne le sue caratteristiche.oggigiorno, quando la compagna è situata favorevolmente, spesso può essere avvistata con un rifrattore da 6 pollici ( ricordiamo che un pollice equivale a 2,54 cm.) ; tale è la differenza nelle condizioni di osservazione quando si sa che un corpo esiste in qualche punto del campo di vista.sirio “b”, come viene chiamata , varia nella distanza dalla stella primaria da 2 secondi d’ arco a 11 secondi d’ arco durante il suo periodo orbitale di 48 anni ( teniamo conto, tanto per avere un idea di cosa significhi 2 oppure 11 secondi d’ arco, che per fare un minuto d’ arco ci vogliono 60 secondi d’ arco, e per fare a sua volta un grado ci vogliono 60 minuti d’ arco che compongono un cerchio , che, a sua volta è composto da 360 gradi. Per avere un idea delle dimensioni apparenti del sole e della luna, loro misurano circa dai 29 ai 32 minuti d’ arco, secondo la loro distanza variabile dalla terra, perciò, sole e la luna misurano circa mezzo grado). In questi ultimi anni la sua separazione più ampia è stata nel 1974. La luminosità di questa stella è 1/10000 di quella di Sirio e splende con una magnitudine apparerente di 8,4 ( troppo debole per essere vista a occhio nudo) . Il suo diametro è soltanto tre volte quello della terra ma la sua massa è 250000 volte e la sua densità è 36000 volte maggiore . Un pollice cubico della materia di Sirio ” b” pesa quanto una tonnellata sulla terra e nonostante il suo diametro inferiore di 26000 miglia contiene più materia del sole. Tratto dal libro: il libro delle stelle di Peter Lancaster Brown.

LA LUNA PRIMA DEL TELESCOPIO. Prima parte.

religione, mito e prime osservazioni scientifiche della luna si intrecciano strettamente . Non a caso in Mesopotamia lo studio del cielo era riservato alla casta sacerdotale.i più antichi argomenti astronomici dei babilonesi sono tavolette di creta incise con tre cerchi concentrici divisi in dodici sezioni da dodici raggi . Nei trentasei campi così delimitati si leggono i numeri e i nomi di altrettante costellazioni . I numeri sono legati da semplici proporzioni aritmetiche. Se ne può dedurre che indicano i mesi dell’ anno secondo un calendario regolato dalla luna. Il mese degli antichi popoli mesopotamici incominciava con il novilunio , o meglio con la prima apparizione della falce lunare nel chiarore del tramonto . La luna scandiva poi la settimana, con i giorni nefasti in coincidenza con le fasi di primo quarto, la luna piena , ultimo quarto e luna nuova . L’ intero ciclo costituiva il mese lunare. c’ era però il problema di farlo coincidere con l’ anno solare: 12 lune ,infatti sono più brevi di un anno .di tanto in tanto, quindi, veniva intercalato un tredicesimo mese e il tutto veniva regolato osservando la prima apparizione, all’ alba , di una stella molto brillante e ben conosciuta ( gli egizi , per esempio , si rifacevano al sorgere eliaco di Sirio ) . L’ organizzazione di un calendario lunisolare comportava una discreta conoscenza dei movimenti apparenti degli astri , e quindi osservazioni regolari. La più antica eclisse di cui si abbia documentazione a Babilonia, presso i caldei, con dati precisi sul suo inizio e sulla sua fine , è quella del 19 marzo del 721 a. C. questa e altre osservazioni sono ancora preziose per calcolare le moderne teorie del moto lunare : le piccole irregolarità, infatti , diventano sensibili soltanto se si prendono in considerazione osservazioni molto lontane nel tempo . L’ abilità astronomica dei caldei non deve essere però sopravalutata . Se le previsioni delle eclissi di luna è relativamente semplice , ben più problematica è la previsione delle eclissi di sole . In genere ,i caldei si attribuisce la scoperta del SAROS, un ciclo di 223 lunazioni equivalente quasi esattamente a 18 anni solari , nel corso del quale le eclissi di sole si ripetono in condizioni pressoché identiche.

in questa immagine , vediamo la dea hator col faraone sethos primo ( diciannovesima dinastia 1292 a.c.; Firenze museo archeologico). Fine prima parte. Tratto dal libro: LA LUNA , tradizione, scenza, futuro. Di Piero bianucci.

IL CANCRO

una leggenda mitologia ci racconta che il cancro era l’ animale mandato da giunone a disturbare ercole durante il combattimento con l’ idra di lerna attaccandosi al piede del grande guerriero. Tuttavia, vi è una grande confusione, perché i greci, dopo aver copiato il segno, lo rappresentavano con due asini per commemorare gli animali che aiutavano giove nella sua vittoria contro i giganti. Julius Schiller raffigurò il gruppo come s. Giovanni evangelista. Nella filosofia caldea, e più tardi in quella dei platonici. Il cancro simbolizzava la ” porta dell’ uomo” attraverso la quale le anime discendevano dal cielo per entrare nella forma umana; il capricorno rappresenta invece la porta attraverso la quale salivano in cielo dopo la morte terrena. Tratto dal libro “il libro delle stelle” di Peter Lancaster Brown.