Il telescopio Kepler messo in ibernazione dalla NASA: perché la caccia ai pianeti è a rischio

La NASA ha annunciato di aver ‘messo a dormire’ il telescopio spaziale Kepler, lo strumento che ha scoperto circa il 70 percento dei pianeti extrasolari. Il riposo forzato del cacciatore di esopianeti si è reso necessario poiché non si conoscono gli esatti quantitativi di carburante, che sono bassi. Il futuro della missione è a rischio.

Nonostante l’abbondanza di pianeti identificati e delle scoperte che arriveranno in futuro grazie ai dati raccolti, quella di Kepler è una missione già segnata dalla sfortuna. Nel 2013, a causa di un guasto al giroscopio che permetteva al telescopio di allinearsi, è saltato il sistema di puntamento e gli scienziati non hanno più potuto inquadrare i bersagli desiderati. Così si concluse prematuramente la missione K1, sostituita tempo dopo dalla K2, quando gli ingegneri riuscirono a trovare un metodo alternativo (e meno preciso) di puntamento sfruttando la pressione solare per la stabilizzazione. I pianeti confermati scoperti da Kepler sono 2652, dei quali 325 in seno alla fase K2. Ora, a causa dei suddetti problemi di carburante, non è sicuro se potrà proseguire nelle sue ‘battute di caccia’.

La NASA ha annunciato che sta vagliando “una vasta gamma di opzioni per i prossimi passi”, ma non è detto che Kepler riuscirà di nuovo a completare una campagna osservativa e soprattutto a inviare i dati raccolti sulla Terra. Per questo complesso processo, infatti, ci sono brevi finestre temporali in cui tutte le sonde della NASA fanno la ‘fila’ e attendono il proprio turno per comunicare. La speranza è che Kepler possa continuare a stupirci con la scoperta di nuovi e affascinanti mondi alieni.

[Credit: NASA]

Fonte Scienze Fanpage

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