NASCITA DELLA SCIENZA MODERNA,seconda parte.

ariosto aveva già descritto nei suoi versi la superficie lunare come ” ineguale ,scabra e con molte cavità e sporgenze , non diversamente dalla faccia della terra , variata da catene di monti e profonde valli ” . Similmente l’ aveva immaginata giordano bruno . Le loro ,però ,erano solo supposizioni . Galileo , invece , la sta osservando . Ne ha ” sensata esperienza” . un’ esperienza diretta , grazie all ‘oggettivita conferita dal suo strumento scientifico , che dimostra che le leggi fisiche terrestri sono le stesse che regolano la luna . E con ogni probabilità , il cosmo intero. Un’ esperienza in aperto contrasto con la visione aristotelica -tolemaica . Secondo Aristotele il mondo celeste era composto da una materia perfetta , incorruttibile e in eterno moto all’ interno di un sistema composto dalle forme perfette per eccellenza : le sfere . La terra era invece un mondo corruttibile, in continuo divenire; un alternarsi di vita e morte legato a una mescolanza imperfetta di terra , acqua ,aria, e fuoco.esistevano dunque due fisiche separate a formare una concezione del cosmo che, secolo dopo secolo , si era intrisa sempre più di elementi teologici .e che, proprio per questo , non si poteva mettere in discussione . Ma galileo già negli ultimi anni del cinquecento aveva cominciato ad accettare sempre più il sistema eliocentrico copernicano , convincendosi inoltre che la distinzione tra fisica celeste e terrestre non avesse senso : in fondo, se la terra orbita intorno al sole come gli altri corpi celesti , perché mai dovrebbe avere una fisica differente? Ora, però , ne aveva la conferma . ” Oggi dieci gennaio 1610, l’ umanità scrive nel suo diario : abolito il cielo” , scriverà bertolt Brecht nel suo ” vita di galileo” . L’ applicazione della fisica aristotelica al sistema copernicano, peraltro , portava a una lunghissima serie di paradossi. Galileo si convince quindi che si debba sviluppare una nuova fisica, in cui la terra e la luna , morfologicamente simili ,siano l’ una lo specchio dell’ altra. Per cui ” la terra , grata , rende alla luna luce pari a quella che essa stessa dalla luna riceve per quasi tutto il tempo nelle tenebre più profonde della notte”. Galileo giunse a questa conclusione sfruttando un ulteriore strumento scientifico.uno strumento che secoli dopo permetterà ad Albert Einstein di elaborare i postulati della sua teoria della relatività ristretta e a Erwin schrodinger di sondare l’ assurdo mondo della meccanica quantistica: l’ esperimento mentale. Dove non può arrivare la sensata esperienza , può giungere la mente. Solo sé , però, essa naviga lungo la rotta tracciata dall’ esperienza, affidandosi agli strumenti razionali e oggettivi della matematica. Solo così l’ intelletto può schivare gli scogli dell’ intuito e dei pregiudizi. Un concerto ripreso tre secoli più tardi dal filosofo della scienza BERTRAND RUSSELL. Fine seconda parte. Tratto dal libro: alle frontiere del cosmo, a cura di Gianluca ranzini.

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